Le controverse animazioni di Mass Effect: Andromeda. Colpa della presunta responsabile?

Le animazioni di Mass Effect: Andromeda sono ormai uno dei principali argomenti di discussione del mondo videoludico.

Da scarse animazioni simili a Oblivion, ad espressioni facciali che ricordano un adulto medio a contatto con un neonato, il nuovo titolo marchiato EA fa parlare di se in modo decisamente diverso ed inaspettato rispetto a quello che sperava la casa videoludica.

Come già citato, il gioco verrà rilasciato il 23 Marzo in Europa, ma delle copie antecedenti al rilascio sono state già consegnate nelle mani di critici e streamers. Ottima iniziativa se non fosse che il gioco, sviluppato in modo dubbio, abbia portato ad una vagonata di GIF animate e video parodia di quello che si prospettava il sequel di una pietra miliare del mondo dei videogiochi.

Ma com’è possibile che un titolo del genere possa fare un errore di questa portata?

Alcuni puntano il dito contro la persona responsabile delle animazioni, aka Lead Facial Animator, del gioco sia Allie Rose-Marie Leost.

Mai sentita?

Neanche noi.

Dal suo curriculum vitae possiamo vedere che è una modella e cosplayer con diverse esperienze nell’ambito della recitazione, bodypaint e pinup.

In realtà non sembra essere colpa della presunta responsabile, la quale immaginiamo abbia dato tutta se stessa per il lavoro che le è stato affidato, se queste animazioni siano state sviluppate in questo modo, ma dalla pessima condizione dei lavoratori alla BioWare.

Secondo quanto riportato da un ex impiegato della BioWare, la pressione e le scadenze hanno portato a delle animazioni grossolane.

Tra i punti riportati, l’ex impiegato riporta che a causa di diversi conflitti interni, 13 responsabili di Mass Effect sono andati via dalla società nel giro di 5 anni e per tagliare personale è stato inventato il PIP program (Performance Improvement Program). Con questa copertura per proteggere i dirigenti incapaci, altre 10 persone sono state cacciate per “essersi adeguate alle direttive di Edmonton”.

Come se non bastasse, durante questo periodo, ai dipendenti era pagata la pausa pranzo, ma avevano solo 30 minuti per poter mangiare e tornare a lavorare sulle tastiere.

Nel caso si ponevano domande o si parlava si veniva marchiati come dipendente problematico finendo così in una brutta posizione e peggiorando la situazione.

In tutto questo le risorse umane non aiutavano, negando ogni tipo di abuso, ignorando ogni comunicazione o evitando di documentarla per non tenerne traccia.

Tutto ciò ha portato ad una situazione lavorativa complicata e non di certo piacevole risultando in un lavoro non accurato e grossolano.

Confrontando il capitolo precedente con il nuovo “capolavoro” sembra che ci sia stato anche un downgrade a livello grafico con immagini di colori sgargianti, che sfiora il cartoon, e texture da console di vecchia generazione.

Per cercare di tappare queste falle, sembra che alcune patch già siano in circolazione ancor prima dell’uscita ufficiale del gioco.

Peccato che non possano sistemare tutta la pessima pubblicità che si sono fatti fino ad ora.